Best practice per la convalida dei disinfettanti nelle camere bianche
Principali conclusioni:
- I test di efficacia dei disinfettanti devono riflettere le condizioni di utilizzo effettive, tra cui diluizione, tempo di contatto e temperatura e devono incorporare isolati ambientali specifici del sito per garantirne la pertinenza e la conformità alle normative.
- I provini piatti dei materiali di superficie utilizzati nei test devono essere rappresentativi delle superfici della camera bianca, privi di ruggine o vaiolatura e compatibili con i metodi di sterilizzazione; condizioni o trattamenti non corretti dei provini piatti possono compromettere la validità del test.
- Le sospensioni microbiche devono essere preparate al momento e opportunamente concentrate, con una manipolazione speciale per i funghi (ad esempio, filtrazione delle sospensioni di conidi) per garantire valutazioni accurate della riduzione log₁₀ secondo gli standard di cui al capitolo <1072> USP.
- La convalida della neutralizzazione è essenziale per confermare che l'attività disinfettante è interrotta al tempo di contatto bagnato definito, utilizzando i metodi descritti nei capitoli <1227> USP, <61>USP e nella norma EN 13697, con neutralizzatori appropriati selezionati in base agli ingredienti attivi.
- Il recupero per immersione è il metodo preferito per il recupero microbico dai provini e il metodo di recupero deve essere convalidato per la superficie e l'organismo specifici per garantire risultati di efficacia accurati.
I disinfettanti utilizzati nelle camere bianche nel settore della produzione di medicinali, biotecnologie e dispositivi medici devono essere convalidati per l'uso previsto. È questo un requisito regolatorio volto a garantire l'impiego del disinfettante appropriato e il mantenimento del controllo microbico nell'ambiente. I test di efficacia del disinfettante rappresentano una componente della convalida, che verifica in laboratorio l'efficacia antimicrobica del disinfettante. Il seguente suggerimento tecnico fornisce raccomandazioni relative alla best practice per i test di efficacia dei disinfettanti in laboratorio.
Aspettative generali
Diluizione d'uso, tempo di contatto e temperatura di esposizione del disinfettante oggetto di studio devono corrispondere alle effettive condizioni d'uso previste del disinfettante nell'area classificata.
Dal punto di vista regolatorio, è fondamentale valutare gli isolati del sito tramite il monitoraggio ambientale (EM). È necessario selezionare gli isolati da utilizzare nei test di efficacia del disinfettante dopo aver stabilito le condizioni di EM al basale.
Queste devono considerare:
- Frequenza del fenomeno
- Difficoltà prevista e/o dimostrata nella disinfezione (ad esempio, Bacillus cereus)
- Numero elevato di occorrenze, quando recuperati
Provini
Collaborare con i fabbricanti di superfici per camere bianche serve a procurarsi provini rappresentativi di materiali che costituiscono la superficie delle aree classificate. Le superfici con specifiche ben definite (ad esempio 304 SS, 316L SS) possono essere acquistate tramite canali di approvvigionamento generici.
Le condizioni del provino possono avere un impatto significativo sui test di efficacia del disinfettante. I provini devono:
- Essere liberi da ruggine o vaiolatura non rappresentativa delle superfici dell'area classificata
- Essere piatti
- Non essere posti su un supporto assorbente, che perda particelle o rilasci pelucchi.
Valutare la tolleranza al calore dei provini del materiale di superficie, se sottoposti a trattamento in uno sterilizzatore a calore umido. È possibile anche ricorrere alla decontaminazione chimica con uno sporicida, come lo sterilizzante Spor-Klenz® RTU. Un trattamento non corretto dei provini può compromettere il test.
Microrganismi
Aumentare la probabilità di colture batteriche vegetative vitali, attraverso:
- Incubazione delle colture per 18-24 ore, per la maggior parte dei batteri vegetativi
- Utilizzo delle sospensioni entro 2 ore, se conservate a temperatura ambiente, o entro 24 ore, se conservate in frigorifero
- Utilizzo di una curva spettrofotometrica per stimare i livelli di unità formanti colonie (CFU) in sospensione anziché attendere i risultati della crescita batterica.
Assicurarsi che la concentrazione della sospensione di inoculo sia sufficiente a dimostrare la riduzione log10 richiesta. Considerare il limite di rilevamento del metodo di recupero e la potenziale perdita di cellule vitali dovuta alla mortalità da disidratazione. Studi preliminari sull'essiccazione di specie problematiche, come Pseudomonas aeruginosa e Candida albicans, possono evitare la necessità di ripetere i test correlati a un basso recupero.
Se si lavora con una sospensione di spore fungine (conidi), è necessario filtrare la sospensione di spore per rimuovere i frammenti miceliali. A tale scopo si possono utilizzare vari materiali filtranti, come lana di vetro sterile o un filtro sinterizzato. La presenza di frammenti miceliali o ife può proteggere le spore fungine dal contatto con il disinfettante o lo sporicida.
Assicurarsi che vengano utilizzati criteri di accettazione adeguati in termini di riduzione log10 per valutare l’efficacia dei disinfettanti. Il capitolo <1072> USP, Disinfectants and Antiseptics (disinfettanti e antisettici) prescrive:
- riduzione 3 log10 dei batteri vegetativi
- riduzione 2 log10 delle spore batteriche
Questi sono i criteri di accettazione appropriati per testare l'efficacia dei disinfettanti in un ambiente di produzione asettico.
Procedura di laboratorio
Se si conserva una diluizione pronta all'uso di un disinfettante concentrato (ad esempio in un recipiente di stoccaggio o in un flacone spray), è previsto dai regolamenti che si disponga dei dati a supporto della data di scadenza stabilita internamente per la diluizione in questione.
Prestare la massima attenzione per evitare di depositare organismi al di fuori dell'area di esposizione prevista per il prodotto oggetto di studio. Anche solo 0,01 µL di inoculo non esposto al prodotto oggetto di studio possono determinare il mancato superamento del test.
È necessario validare la neutralizzazione per qualificare un tempo di contatto umido definito. Il Capitolo <1227> USP, Validation of Microbial Recovery from Pharmacopeial Items (validazione del recupero microbico da materiali conformi alle prescrizioni della farmacopea), il Capitolo <61> USP, Microbial Examination of Nonsterile Products: Microbial Enumeration Tests (Esame microbiologico dei prodotti non sterili: test di conta microbica) e la norma EN 13697 Disinfettanti chimici e antisettici prospettano potenziali disegni di studi volti a convalidare la neutralizzazione. Si riporta di seguito l’elenco dei neutralizzatori chimici più comuni per specifici principi attivi.
TABELLA 1. Neutralizzanti chimici di comuni principi attivi disinfettanti
| Chemical Neutralizer | Active Ingredient |
|---|---|
|
|
Prima di iniziare lo studio, valutare i terreni di coltura e le condizioni di incubazione appropriati per ciascun organismo.
Il recupero tramite immersione dei provini è solitamente il metodo più efficiente. La norma ASTM E2197 Quantitative Disk Carrier Test Method (metodo di prova quantitativo utilizzando il metodo del disco portatore) e la norma EN 13697 Disinfettanti chimici e antisettici forniscono potenziali metodi di recupero per immersione. Le dimensioni del provino di superficie possono influire significativamente sul metodo di recupero. L'idoneità dei metodi di recupero deve essere valutata mediante specifici provini di superficie.
Ulteriori risorse:
- Capitolo <1072> USP Disinfectants and Antiseptics (disinfettanti e antisettici)
- PDA TR 70 Fundamentals of Cleaning and Disinfection Programs for Aseptic Manufacturing Facilities (fondamenti dei programmi di pulizia e disinfezione per impianti di produzione asettica)
- Norma EN 13697 Disinfettanti chimici e antisettici
- Norma ASTM E2197 Quantitative Disk Carrier Test Method (metodo di prova quantitativo utilizzando il metodo del disco portatore)
- Norma ASTM E2614 Guide for Evaluation of Cleanroom Disinfectants (guida alla valutazione dei disinfettanti per camere bianche)
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